Le blue bot sono tra i primi robot con cui far interagire i più piccoli, dalla materna alle prime classi della primaria.
Hanno l’aspetto di simpatiche api, a dire il vero le loro antenate bee bot, essendo gialle con righe nere erano decisamente più “apose”, la versione nuova “blue” ha il corpo trasparente. Questo da una parte rende evidenti le lucine della scheda contenuta all’interno, ma dall’altra le ha allontanate un po’ dall’aspetto delle api e, infatti, in una terza, dove le ho proposte, le chiamano coccinelle, perchè i pulsanti colorati sul dorso ricordano i pallini delle coccinelle. I pulsanti di programmazione sulla schiena consentono una facilità di programmazione utile con i piccoli, il fatto di essere oggetti tangibili le rende immediate, spesso i percorsi vengono composti spostando direttamente l’oggetto sull’area di gioco. Un movimento per volta, avanti (il passo è di 15cm), indietro, gira a destra (l’angolo è di 90°), gira a sinistra, la pausa di un secondo e il reset per cancellare le azioni impostate. La blue bot può ricordare fino a 40 azioni, abbastanza per poter creare percorsi complessi.
Tutto questo rende possibili diversi “giochi” che coinvolgono vari ambiti e competenze, il più immediato è la linea dei numeri (partendo dallo 0), ma anche con le lettere per la composizione di parole, o più semplicemente di orientamento nello spazio, altro possono essere le sequenze (ad esempio il ciclo dell’acqua), materie molto diverse tra loro con il filo conduttore del coding, algoritmo, sequenza di azioni elementari e non ambigue, sviluppare la capacità di dare istruzioni.
Un’app dedicata permette di muoversi in un ambiente virtuale, creare le sequenze di istruzioni e inviarle all’ape via blutooth.