Non solo mura. La scuola che mi piace è quella attiva e interattiva con il territorio, una scuola aperta e permeabile, h 24, ma basterebbero anche poche ore meno.
Non un parcheggio, ma un luogo esperienziale.
Un luogo dove trovare i laboratori (e le persone) per fare ricerche ed esperimenti veri per qualsiasi grado di scolarità.
La scuola non è solo liceo, ma anche elementari e medie, tanto bistrattate ma accolgono bambini per lasciare andare ragazzi, e, quindi, per definizione un cruciale passaggio di età, di sensi, di tutto.
La scuola anche per i genitori, i genitori parte attiva dell’educazione a fianco degli insegnanti perchè insegnare, essere genitori è relazione e in ogni relazione si da e si riceve e insegnare è anche imparare, aiutare a crescere significa crescere.
E il territorio, perchè le scuole non siano luoghi chiusi al sabato e alla domenica.
Probabilmente occorrerebbe investire un po’ di più sulle scuole, ma forse basterebbe attivare il terzo settore, aprire ai genitori, aprire ai ragazzi e alle attività che gravitano nei dintorni, per offrire occasioni di scambio e di crescita, crescita dei ragazzi, dei genitori, degli insegnanti, delle imprese e anche delle istituzioni.
La scuola che vorrei, il territorio che vorrei.