Un po’ di pedagogia e di linguistica, mescolando saperi fluidi con gamification, capovolgendo la classe alla ricerca di innovazione e sperimentazione, codificando nuove attività.
In una frase la mia esperienza di una summer school durata una settimana che avrà bisogno di molto più tempo per essere acquisita completamente.
L’esperienza di un elevator-pitch, un compito di realtà, 90 secondi per raccontare qualcosa con un’immagine dietro di sé all’interno di un cinema. Ho scelto un’immagine che mi rappresenta nel futuro e ho raccontato di vincoli e creatività attraverso studi (architettura) ed esperienze (programmazione) che sembrano avere poco in comune ma sono legate proprio dall’atto creativo che impone il superamento dei vincoli.
Ed è questo quello che cerco di trasmettere ogni volta che racconto qualcosa a bambini e ragazzi con il coding.
Qui il testo del mio intervento
“È iniziato tutto da qui.
Quando sono nata mamma mi sono resa conto che avevo e potevo trasmettergli qualcosa.
Già da qualche anno usavo, da programmatrice, una seconda lingua madre per leggere e descrivere il mondo: il pensiero computazionale.
Nel mio essere mamma in divenire ho rianalizzato i miei studi di grafica e architettura. Ho ritrovato il riconoscimento di pattern, le istruzioni elementari e le procedure per risolvere problemi, soprattutto ho ritrovato i vincoli che liberano la creatività.
È dalla necessità di superare vincoli, imposti dalla statica o dal linguaggio di programmazione, che si sviluppano le soluzioni creative.
Con semplici elementi si possono disegnare e costruire nuovi mondi reali e/o virtuali.
La Tour Eiffel, un ponte o una cupola geodetica hanno la stessa struttura di base: tre aste incernierate tra loro a formare un triangolo, l’inizio di una struttura reticolare che si ripete sviluppandosi in altezza, attraversando un fiume, costruendo un riparo. Do while, if else, sono l’abc della programmazione e cicli e condizioni permettono di disegnare le applicazioni che usiamo tutti i giorni.
Dare gli strumenti per liberare la creatività dai vincoli è la cosa più importante che gli posso, possiamo, trasmettere.
E condividere con il mondo, perché loro sono del mondo, non sono mie.”